domenica 31 agosto 2008

O PROTAGONISTI O NESSUNO

“O protagonisti o nessuno”, dice il titolo del Meeting 2008, mettendo a tema la più drammatica delle alternative, quella che brucia sulla pelle di ciascuno: il bivio tra la riuscita di una vita, la sua perfezione e il suo fallimento; tra il desiderio di emergere, di affermarsi e l’amara delusione del sentirsi nullità, numero o rotellina di un ingranaggio.
Anni fa aveva suscitato scalpore l’episodio narrato da Marco Lodoli in un articolo su “La Repubblica”: “La ragazza raccontava di volersi comprare un paio di mutande di Dolce e Gabbana, con quei nomi stampati sull’elastico che deve occhieggiare bene in vista fuori dai pantaloni a vita bassa. Io le obiettavo che lungo la Tuscolana, alle sei di pomeriggio, passeggiano decine e decine di ragazze vestite così.
Non è un po’ triste ripetere le scelte di tutti, rinunciare ad avere una personalità, arrendersi a una moda pensata da altri? E da bravo professore un po’ pedante le citavo una frase di Jung:“Una vita che non si individua è una vita sprecata”. Insomma, facevo la mia solita parte di insegnante che depreca la cultura di massa e invita ogni studente a cercare la propria strada, perché tutti abbiamo una strada da compiere.
A questo punto lei mi ha esposto il suo ragionamento, chiaro e scioccante: “Professore, ma non ha capito che oggi solo pochissimi possono permettersi di avere una personalità? I cantanti, i calciatori, le attrici, la gente che sta in televisione, loro esistono veramente e fanno quello che vogliono, ma tutti gli altri non sono niente e non saranno mai niente. Io l’ho capito fin da quando ero piccola così. La nostra sarà una vita inutile. Mi fanno ridere le mie amiche che discutono se nella loro comitiva è meglio quel ragazzo moro o quell’altro biondo. Non cambia niente, sono due nullità identiche. Noi possiamo solo comprarci delle mutande uguali a quelle di tutti gli altri, non abbiamo nessuna speranza di distinguerci. Noi siamo la massa informe”.
Don Giussani, riflettendo sulla condizione umana, raccontava l’impressione in lui suscitata dalla lettura del Salmo 8: “Quando sono entrato in seminario, a dieci anni, una delle cose che più mi ha colpito, i primi giorni, leggendo il piccolo breviario della Santissima Vergine, come si usava allora, nel Salmo 8, è stato sentirmi dire, insieme agli altri piccoli compagni: «Che cosa è mai l’uomo perché te ne ricordi?». Da allora questa frase mi è rimasta impressa nel cuore: «E il figlio dell’uomo perché te ne curi?». Infatti anche allora mi parve evidente che l’uomo è come un fuscello dentro un vortice, una fragilità grande, come un grano di polvere sotto il vento, sotto i colpi del vento. E non è solo una fragilità: in noi è anche un’incoerenza, e perciò una dissipazione di forze e una divisione di sé, così che uno non riesce ad acchiappare tutto per farlo una unità.
L’uomo è proprio povero! Chi, alla fine di una giornata, sente la sua energia umana come protagonista riuscito nello sforzo umano della giornata passata? Nessuno. Allora è per questo che noi ci abbandoniamo tanto alla distrazione e alla smemoratezza: per evitare la delusione.”
Chi o che cosa può salvare l’uomo dal senso di futilità e di inutilità che viene a galla nelle sue giornate, e che spesso colora di sé i bilanci di una vita?
“Il titolo del Meeting 2008 vuole riflettere sul concetto di persona ponendo innanzitutto una sfida e al tempo stesso una provocazione alla mentalità dominante:
“Chi è il protagonista oggi?”. Il protagonista è un moderno divo che ricerca nella propria illusoria autonomia, nella rescissione di ogni legame, la propria felicità, rischiando l’inevitabile omologazione che gli deriva da un effimero successo mondano? Oppure il protagonista è un uomo stupito che fa la scoperta commovente dell’unicità e dell’irripetibilità che caratterizzano il proprio volto e che, in virtù di questo riconoscimento, è in rapporto con il proprio destino dentro alla realtà di ogni giorno?” (Anteprima Meeting).
“Crocevia tra l’essere e il nulla”: la provocazione del Meeting non poteva essere più radicale.
Siamo alle frontiere della battaglia per l’umano, come sottolinea in una intervista Marco Bersanelli, nel numero estivo di “Tracce” 2008: “C’è un rischio globale di cui non si parla e che forse è ancora più insidioso [dei rischi ambientali del nostro secolo]: il rischio dello svuotamento della persona, della scomparsa dell’io. E’ sempre più raro trovare persone che percepiscono il senso della propria irriducibilità, dell’unicità di ogni esistenza umana... In un mare infinito di possibilità equivalenti siamo apparentemente più liberi, ma in mancanza di un invito alla persona, in realtà, siamo ancora più confusi. La persona è umiliata, non percepisce uno scopo, al punto che per sentire di esistere crede di doversi sacrificare per qualche briciola del potere e della fama che alcuni fortunati hanno a tonnellate”. Chi è allora il “protagonista”? E’ sempre Bersanelli a introdurre una risposta, che il Meeting si incaricherà di svolgere:
“Protagonista è l’uomo libero, consapevole di se stesso nel rapporto con il reale. Significa sorprendere nella propria esperienza qualcosa di irriducibile, un’attesa, una capacità di infinito che sfonda qualunque riduzione sociologica o pseudo-scientifica, e che ci fa ribellare a qualunque schema che pretenda di definire la persona... Questa coscienza di sé... è ridestata da qualcosa che capita fuori di noi, da un incontro. Ciò che fa ritrovare se stessi è un amore incontrato, una presenza in cui ci si imbatte e che afferma gratuitamente il tuo essere. Uno che si sente guardato così diventa un soggetto instancabile, un protagonista di positività, tenderà a costruire pezzi di mondo migliore nelle circostanze che vive, magari senza accorgersene.”
Da quando il cristianesimo è entrato nel mondo, questo “protagonista” vive per grazia nella storia e si può incontrare! Consapevolezza di sé, gratitudine e operosità lo contraddistinguono. E’ il camminatore instancabile che comincia a rispondere all’invito così formulato da Giovanni Paolo II: “Non lasciatevi vivere, ma prendete nelle vostre mani la vostra vita e vogliate decidere di farne un autentico e personale capolavoro!” (Genova, Discorso ai giovani, 22 settembre 1985).

Autore: Leonardi, Enrico Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele
Fonte: CulturaCattolica.it

giovedì 7 agosto 2008

Come è nata Gs

Ecco cosa ha scritto una ragazza di Gs a un’amica
Cara Letizia, come stai? Io molto bene. Come promesso vi ho mandato un piccolo regalo, ma che per me è molto speciale perché ricorda una fantastica vacanza trascorsa con i miei più cari amici: gli amici di Gs. Cos’è Gs? Beh devi sapere che quasi cinquant’anni fa un giovane prete di nome don Luigi Giussani ha insegnato al Liceo classico Berchet di Milano e ha fondato un movimento di studenti di nome Gs (Gioventù Studentesca); in seguito ha creato Cl (Comunione e Liberazione) e infine il Clu (Comunione e Liberazione Universitari). Gs e Cl sono nati perché don Giussani e i suoi alunni erano, come lo siamo io e i miei amici, alla ricerca di una bellezza assoluta quale è possibile incontrare solo in Gesù. Ciò ti può sembrare difficile, ma il don Gius, come noi tutti lo chiamiamo, ci ha insegnato che questo incontro con Gesù è possibile farlo solo nella Chiesa, attraverso i volti di coloro che ce lo rendono presente, in particolare gli amici. So che per te ora può essere un concetto piuttosto difficile, perché all’inizio lo era anche per me, ma se ci pensi bene tutti noi abbiamo dentro al cuore un grido che richiama questo desiderio di bellezza, che però non può trovare semplicemente risposta nelle cose di tutti i giorni, ma in Cristo che crea e dà valore a tutte le cose. Questa bellezza, questo incontro, io l’ho fatto quando nei momenti più difficili della mia vita i miei amici mi sono stati vicini fino in fondo senza guardare ai miei errori, ai miei difetti, ma guardando, anzi tenendo sempre a mente ciò che c’è nel mio cuore: amore, amore vero e gratitudine verso ognuno di loro: «Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici». Ed è questo che io ti auguro: che tu possa trovare un’amicizia vera che ti aiuti nella vita di tutti i giorni. A presto.
Caterina, Buccinasco